don Quijote
archivio in linea di produzioni culturali e affini

Il martello
(da “La Maza” di S. Rodriguez)




Se non credessi alla follia

Ch’è nella gola all’usignolo
E che sul monte, quand’è solo
Cela paura e melodia
Se non credessi all’uguaglianza
Al senso ch’è nell’equilibrio
Se non credessi nel delirio
Se non credessi alla speranza
O a tutto quello cui presenzio
Se non credessi al mio cammino
Se non credessi nel mio suono
Se non credessi al mio silenzio

Cosa sarebbe, cosa sarebbe
Il martello senza cava
Ammasso di tiranti, nervi e di cordame
solo un involto di carne e di legname
Uno strumento che non porta più ambizione
Di luci insulse a una rappresentazione
Cosa sarebbe amore mio cosa sarebbe
Cosa sarebbe il martello senza cava
Un servitore di passato in nuova coppa
Un prestanome di un abbindolatore
Di dèi al tramonto solo un ripropositore
Allegro mix di lustrini e qualche toppa
Cosa sarebbe amore mio cosa sarebbe
Cosa sarebbe il martello senza cava

Se non credessi in ciò ch’è duro
Se non credessi in quel che chiedo
Se non credessi in quel che credo
Se non credessi in quel ch’è puro
Se non credessi a ogni ferita
Se non credessi in quel che gira
O in quel che vela ciò che ispira
Farsi fratello della vita
Se non credessi in chi mi ascolta
Oppure a quello che fa male
O ancora in quello che rimane
Se non credessi in quel che lotta

Cosa sarebbe, cosa sarebbe
Il martello senza cava
Ammasso di tiranti, nervi e di cordame
solo un involto di carne e di legname
Uno strumento che non porta più ambizione
Di luci insulse a una rappresentazione
Cosa sarebbe amore mio cosa sarebbe
Cosa sarebbe il martello senza cava




note: Il testo è tratto dallo splendido brano "La maza",  del cantautore cubano Silvio Rodriguez; è stata composta nel 1979 e pubblicata nel 1982 nell'album "Unicornio"