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Se non
credessi alla follia
Ch’è
nella gola all’usignolo
E che sul
monte, quand’è solo
Cela paura e
melodia
Se non
credessi all’uguaglianza
Al senso ch’è
nell’equilibrio
Se non
credessi nel delirio
Se non
credessi alla speranza
O a tutto
quello cui presenzio
Se non
credessi al mio cammino
Se non
credessi nel mio suono
Se non
credessi al mio silenzio
Cosa sarebbe,
cosa sarebbe
Il martello
senza cava
Ammasso di
tiranti, nervi e di cordame
solo
un involto di carne e di legname
Uno strumento
che non porta più ambizione
Di luci
insulse a una rappresentazione
Cosa sarebbe
amore mio cosa sarebbe
Cosa sarebbe
il martello senza cava
Un servitore
di passato in nuova coppa
Un prestanome
di un abbindolatore
Di dèi
al tramonto solo un ripropositore
Allegro mix
di lustrini e qualche toppa
Cosa sarebbe
amore mio cosa sarebbe
Cosa sarebbe
il martello senza cava
Se non credessi in ciò ch’è duro
Se non credessi in quel che chiedo
Se non credessi in quel che credo
Se non credessi in quel ch’è puro
Se non credessi a ogni ferita
Se non credessi in quel che gira
O in quel che vela ciò che ispira
Farsi fratello della vita
Se non credessi in chi mi ascolta
Oppure a quello che fa male
O ancora in quello che rimane
Se non credessi in quel che lotta
Cosa sarebbe, cosa sarebbe
Il martello senza cava
Ammasso di tiranti, nervi e di cordame
solo un involto di carne e di legname
Uno strumento che non porta più ambizione
Di luci insulse a una rappresentazione
Cosa sarebbe amore mio cosa sarebbe
Cosa sarebbe il martello senza cava
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