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RIFLESSI IDEOLOGICI DELLA CADUTA DELL'URSS "L'ideologia dominante è sempre stata l'ideologia della classe dominante", Marx, L'ideologia tedesca |
In seguito alla caduta del blocco sovietico le mutate condizioni economiche, geopolitiche e sociali hanno determinato una rilevante serie di riflessi ideologici. In generale, tali riflessi si configurano come accettazione dell'indispensabilità della nuova situazione: con il supposto crollo dell'ideologia comunista ed il superamento della contrapposizione ideologica, il mondo si sarebbe dovuto adeguare alla situazione reale, ovvero alla descrizione del mondo propria dell'ideologia borghese, sintetizzata nel cosiddetto “pensiero unico”; il capitalismo non sarebbe dunque, in questa visione, una delle differenti organizzazioni socioeconomiche dell'umanità determinate storicamente dal grado di sviluppo delle capacità produttive umane, e dotato, come tutte le altre, di una fase di sviluppo, di decadenza e fine, ed il cui superamento è, ad un certo punto, inevitabile, ma piuttosto un sistema produttivo superiore in senso assoluto a tutti gli altri e perciò la “naturale” e definitiva evoluzione del sistema sociale. 1. Condizioni dei lavoratori Il sistema sovietico, proponendo un modello di maggior tutela della classe lavoratrice1, aveva avuto un efficace ruolo di resistenza allo sfruttamento, costringendo anche il blocco occidentale ad una condizione di maggior equilibrio tra capitale e lavoro; venendo a mancare il confronto col blocco sovietico, il capitalismo ha potuto imporre una visione per la quale la tutela nel campo degli infortuni, le garanzie mutualistiche, la previdenza sociale, e in generale i diritti sindacali devono 渡ecessariamente�essere ridotti in modo drastico, poich�n�le imprese n�tanto meno lo Stato potrebbero garantire i costi di tali diritti. Una diretta conseguenza di questa ideologia è dunque l'accettazione, anche a sinistra, delle pratiche di caporalato, più o meno occulto, connesse al rilancio del lavoro precario, allo sviluppo delle varie agenzie per il lavoro interinale, in affitto, a progetto, ecc., che consentono di scaricare sui lavoratori il peso dei mancati profitti legati alle fasi di contrazione economica dei cicli produttivi ed in generale di incrementare il plusvalore estratto dai lavoratori. 2. Antifascismo Se nella situazione ideologica post- Yalta il blocco occidentale ha dovuto mantenere una facciata antifascista, ancorché sempre più retorica e svilita di significato, per non lasciare il primato della vittoria sul nazifascismo al campo socialista, a partire dai primi anni Novanta la retorica ufficiale ha bruscamente modificato i termini della questione, iniziando un processo di identificazione fra nazismo e comunismo (cd. totalitarismi europei). Anche in questa chiave è possibile leggere il forte aumento di movimenti politici di estrema destra; se il mondo del secondo dopoguerra si reggeva ideologicamente ancora sulla vittoria del mondo libero sull'oppressione nazifascista2, il mondo unipolare post 1991 non necessitava pi�di un'ideologia antifascista, e consistenti gruppi di intellettuali e leader politici hanno potuto iniziare una pratica di revisionismo storico che certo non ha contrastato lo sviluppo di questi movimenti, creando una base teorica di 渡on dissenso�(nella migliore delle ipotesi), che, sul fertile terreno delle crisi economiche e del malcontento sociale di proletari e sottoproletari ha contribuito a favorire lo sviluppo di questi movimenti.3 1Già prima degli anni 20, la legislazione sovietica prevedeva per i lavoratori il diritto all'assicurazione medica a spese del datore di lavoro, benefici in caso di inabilità al lavoro, la giornata lavorativa di 8 ore per 6 giorni a settimana (che si riducono a 7 nel 1928), laddove negli USA era addirittura incostituzionale limitare per via legislativa l'orario di lavoro dei minori; i lavoratori soggetti a lavori usuranti andavano in pensione a 50 anni; alle madri sole con figli a carico veniva garantito un posto di lavoro vicino a casa, e asili gratuiti. Nasceva soprattutto, in quegli anni, la contrattazione collettiva, che nei paesi del blocco occidentale sarebbe stata realizzata solo decenni dopo. cfr. Mattei Ugo, La legge dell'Est, su “Il Manifesto”del 5.12.2009 2In realtà, i governi occidentali avevano atteso a lungo di intervenire contro le mire espansionistiche naziste, in quanto ritenevo Hitler l'uomo che avrebbe salvato la civiltà dal pericolo comunista; solo con l'ingresso degli Stati Uniti in guerra la macchina della propaganda bellica ha iniziato la stigmatizzazione di nazismo e fascismo. 3Ancora nel 1989 e nel 1990 il Parlamento Europeo votò a maggioranza la sospensione dell'immunità parlamentare per Le Pen, per rispondere delle sue affermazioni antisemite cfr. “L'avvenire di un passato: l'estrema destra in Europa : il caso del Fronte Nazionale” di Alain Bih, pag 193 |
3. Ideologia Neoliberista L'assenza di un antagonista socialista e la conseguente diaspora intellettuale degli esponenti del movimento operaio hanno inoltre favorito la grande ondata di privatizzazioni, che si è potuta sviluppare senza grandi ostacoli, e gli ideologi di questo massiccio spostamento di risorse economiche dalla spesa sociale, cioè dal salario indiretto fornito dal settore pubblico, al profitto del capitale, sempre più centralizzato in mani private, hanno avuto buon gioco, su tutti i mass media, nel dichiarare ancora una volta l'indispensabilità di questa operazione, per non incorrere negli errori dei regimi “totalitari”, giocando spesso sull'ambiguità linguistica fra i termini libertà, liberismo, liberalizzazione. L'equazione nella vulgata corrente massmediatica diviene: comunismo uguale fascismo uguale dittatura; capitalismo uguale sistema parlamentare uguale democrazia. I termini diventano addirittura sinonimi (l'avvento di un qualche sistema capitalista, “alla occidentale” significa automaticamente l'arrivo della democrazia!) confondendo un termine filosofico – politico (democrazia) con un metodo rappresentativo (parlamentarismo) ed entrambi con una particolare dottrina economica capitalismo globalizzato più o meno liberista a seconda della fase ciclica1. 4. Lo stravolgimento delle Carte Costituzionali2 La rottura degli equilibri internazionali successiva al triennio 1989/1992 ha comportato la possibilità di controllare militarmente ed economicamente,tra l'altro, i corridoi strategici di connessione est/ovest. Le nuove guerre che si sono rese necessarie per vincere le legittime resistenze nazionali hanno comportato la giustificazione ideologica degli interventi di occupazione, inventando formule e definizioni per gestire le diverse forme di dissenso e per evitare le contraddizioni (sul piano formale, con le costituzioni dei diversi paesi che prevedono il rifiuto della guerra come strumento di risoluzione dei conflitti internazionali). 5. La situazione italiana Il primo riflesso dei drammatici eventi del triennio in questione per quanto riguarda l'Italia è senz'altro il suo mutamento politico-sociale. Durante la guerra fredda l'Italia – pur appartenendo senza dubbio alcuno al blocco occidentale, per sfera d'influenza economica, politica, alleanza militare, cultura ideologica ecc., disponeva di un Partito Comunista fortissimo, e per la sua storia e per la sua posizione geografica rappresentava un anello a rischio del blocco capitalista, e perciò stesso imperdibile. Per mantenerlo nell'orbita capitalista ogni manovra era lecita, ed il sostegno al partito di maggioranza, garante dell'appartenenza al blocco NATO era assoluto. Dopo il 1991 questo sostegno diviene improvvisamente non più indispensabile, viene a cadere; e con esso lo sterminato potere di cui disponevano i dirigenti democristiani, potere largamente utilizzato principalmente a scopo di lucro. 1E' noto che la dottrina anti-protezionista viene utilizzata o rifiutata, nei paesi a sistema capitalista, in ossequio alle condizioni congiunturali. 2art.11 cost. italiana: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.” art. 26 cost. tedesca: “Le azioni che possono turbare la pacifica convivenza dei popoli e intraprese con tale intento, in particolare al fine di preparare una guerra offensiva, sono incostituzionali. Tali azioni devono essere perseguite penalmente.” art. 9 cost. giapponese: “Aspiring sincerely to an international peace based on justice and order, the Japanese people forever renounce war as a sovereign right of the nation and the threat or use of force as means of settling international disputes.” Nel preambolo della Costituzione francese del 1946 si afferma che la Repubblica “non intraprenderà nessuna guerra di conquista e non impiegherà mai le sue forze contro la libertà di alcun popolo “ Nella Costituzione del Portogallo del 1976 si parla di "regolamento pacifico delle dispute internazionali, della non interferenza negli affari interni degli altri Stati e della cooperazione con tutti gli altri popoli per l'emancipazione ed il progresso del genere umano" |
Dunque un gruppo di magistrati ha potuto indagare sugli ex intoccabili, senza essere bloccato da qualcuno che, in modo diretto o indiretto, non poteva permettere la caduta del bastione anticomunista. Il sistema delle tangenti durante la guerra fredda vede il predominio della classe politica su quella degli imprenditori; i primi dispensano appalti sulla base del maggiore contributo economico dei secondi. Questo rapporto si inverte nel momento in cui la classe politica non riveste più quel ruolo indispensabile. Oggi sono gli imprenditori che decidono quale politico sostenere; questo nuovo predominio dell'imprenditore si traduce infine nel maggior partito del paese, con a capo proprio un imprenditore. Muta anche in questi anni il rapporto politica / mafia. Considerando il ruolo “non indifferente”, nelle eufemistica definizione del filosofo Emanuele Severino, rivestito da Cosa Nostra in chiave antisovietica, la caduta del blocco orientale non poteva non avere un potente riflesso in questo rapporto; se sono ormai acclarati i contatti intercorsi fra la CIA e la mafia in occasione dello sbarco alleato in Sicilia, del caso Giuliano e la strage di Portella delle Ginestre ecc., l'evento traumatico in concomitanza del crollo dell'URSS è rappresentato dall'omicidio Lima, referente politico democristiano (della corrente andreottiana) della mafia. La sua eliminazione è conseguente alla sua contemporanea inutilità, e sta al crollo dell'Urss come gli avvisi di garanzia a Craxi e Citaristi stanno al medesimo evento. A dicembre del 1991 si ha la definitiva dissoluzione dell'URSS; il 30 gennaio del 1992 la conferma della condanna a Totò Riina, nonostante le promesse di Lima di mitigare o annullare la condanna, e la conseguente conferma definitiva della perdita di potere di intervento della classe politica della cosiddetta Prima Repubblica. L'equilibrio fra politica e mafia, garantito dai referenti politici in Italia della CIA era venuto a cadere; la mafia elimina fisicamente i due magistrati in grado di disarticolarne la struttura criminale: Falcone (maggio 92) e Borsellino (luglio 92). Fino a maggio del 1993 la situazione è assolutamente instabile, e la mafia mostra la sua potenza di fuoco con una serie di atti terroristici, non più volti alla “semplice” eliminazione di magistrati pericolosi, ma con intenti puramente politici. Si raggiunge un equilibrio nel momento in cui nasce una nuova forza politica, Forza Italia, fondata, appena un mese dopo la bomba di via De’ Georgofili a Firenze, da Berlusconi, Dell'Utri e Confalonieri, fra gli altri. Fra le prime dichiarazioni “politiche” di Berlusconi lo sdoganamento del MSI1, fino ad allora escluso dal novero dei partiti papabili per governare 2 In conclusione, si può affermare che la caduta del blocco sovietico ha avuto un notevole contraccolpo ideologico, così come aveva inciso, dialetticamente, sul blocco occidentale nel corso della guerra fredda. L'analisi delle conseguenze di questi fatti storici, fino ad oggi3, è rimasta inserita quasi esclusivamente in un contesto ideologico anticomunista, anche perchè la maggior parte degli studiosi marxisti dei paesi dell'Est hanno, banalmente, perduto ogni possibilità di espressione in seguito all'accurato lavoro di epurazione dei nuovi governi 斗iberali�
123 Novembre 1993: Silvio Berlusconi dichiara che, se dovesse votare per le elezioni comunali di Roma, voterebbe per Gianfranco Fini, segretario del Movimento Sociale Italiano. 2 la cosiddetta conventio ad excludendum, anche se il termine, significativamente, è stato introdotto da Berlinguer in riferimento all'accordo che impediva l'ingresso al governo del PCI 3Fatte salve alcune lodevoli eccezioni: cfr. ad esempio Canfora Luciano, Critica della retorica democratica, Laterza, Bari, 2005 |